Tutti noi eravamo tesi nell’attendere la sentenza della Corte Costituzionale (120 del 2018) sulla questione di legittimità costituzionale dell’art. 1475 comma 2 del Codice dell’Ordinamento militare sulla parte in cui si vietava ai militari di costituire associazioni professionali a carattere sindacale. Quel giorno fu la realizzazione di un sogno perché dopo decenni di lotte, siamo arrivati ad una sentenza inaspettata ma da molti anni attesa.
Ricordiamo che nei primi anni 80 chiunque di noi avesse solamente pronunciato la parola sindacato, veniva sottoposto a procedimento disciplinare e per chi aveva meno di nove anni si servizio (il minimo per avere la rafferma definitiva al Corpo), rischiava il cosiddetto “anno di esperimento” che consisteva in un anno dove dovevi evitare qualsiasi tipo di sanzione disciplinare, anche semplice richiamo scritto per poi essere non raffermato e buttato fuori dal Corpo.
Nei primi anni ottanta nelle caserme c’era fermento e si iniziava a parlare di sindacati e smilitarizzazione ma sempre e solo sottobanco e clandestinamente.
In quegli anni ma soprattutto primi anni 90 sono stati caratterizzati dalla formazione di prime organizzazioni clandestine (finanzieri democratici) per una esigenza di democratizzazione interna il quale obiettivo era quello di puntare dritto alla SMILITARIZZAZIONE della Guardia di Finanza. Negli anni a seguire la Rappresentanza Militare ha provato a forzare la mano nonostante i molti paletti e limitazioni che il regolamento sull’attività della Rappresentanza Militare imponeva, cercando di sensibilizzare la classe politica portando a conoscenza il disagio che ogni appartenente al Corpo viveva quotidianamente, ma l’ostacolo era troppo grosso da superare.
Questa era la Guardia di Finanza fino a qualche anno fa e cioè prima della sentenza della Corte Costituzionale che ha finalmente permesso che entrassero le organizzazioni sindacali, anche se siamo ancora ben lontani dall’essere tutelati al pari dei civili.
Infatti anche se la Corte Costituzionale ci ha liberati dalla “dittatura militare”, ci rendiamo conto che dopo la sentenza il Governo NON ci ha lasciati completamente liberi ma ha “FURBAMENTE” allargato le maglie del totale divieto, ma ha inserito altri paletti ed ha legiferato per “ASSOCIAZIONI PROFESSIONALI A CARATTERE SINDACALE” che di fatto non è un vero e proprio libero sindacato e questo ci ha parecchio deluso.
Ecco che oggi stiamo tornando a pensare e a parlare di SMILITARIZZAZIONE della Guardia di Finanza.
Torniamo indietro nel tempo e facciamo un po’ di storia partendo da quando la Guardia di Finanza fu militarizzata nel 1907 e ad oggi siamo “parte integrante delle Forze Armate”
Oggi dopo aver raggiunto la sindacalizzazione (seppur non piena) dopo decenni di lotte, dobbiamo pensare che l’obiettivo principale da parte delle sigle sindacali sia quello di tirare fuori le armi e ricominciare a combattere per la “SMILITARIZZAZIONE DEL CORPO” e non accontentarsi di questa forma ibrida di sindacato.
La smilitarizzazione del Corpo deve passare per una istituzione di un Corpo di Polizia Finanziaria come proposto tempo addietro da varie forze politiche.
Negli anni sono state presentate diverse bozze per la smilitarizzazione della Guardia di Finanza con proposte di legge come ad esempio il 27 marzo 1980 dove furono depositate le firme raccolte per un referendum per la smilitarizzazione del Corpo che però, purtroppo, fu dichiarato inammissibile dalla Corte Costituzionale.
Sempre nel 1980 il Partito Radicale presentò una proposta di legge (atto della Camera nr. 2087) per una istituzione di una Commissione Parlamentare di inchiesta in merito alle frodi fiscali nel settore petrolifero che vide coinvolti appartenenti alla Guardia di Finanza e fu un ulteriore motivo per richiedere la smilitarizzazione.
Il 7 gennaio 1990 ci fu, sempre da parte dei radicali, un appello per un ennesimo progetto di smilitarizzazione del Corpo. In quel caso le motivazioni furono, per evitare ai militari di rimanere schiacciati all’obbedienza gerarchica e alle pressioni politiche a scapito della funzionalità operativa del Corpo.
Per aver raggiunto questa specie di sindacalizzazione ci sono voluti decenni di lotte, perseveranza e coraggio da parte di chi a suo tempo si è esposto per arrivare a questo risultato.
Proprio per questo ritengo che oggi le sigle sindacali dovrebbero pensare ad un progetto unitario costituendo un gruppo di lavoro congiunto per puntare alla SMILITARIZZAZIONE e ad una riforma strutturale del Corpo.
Oggi la Guardia di Finanza militare non ha più senso perché una Polizia Fiscale moderna, europea non può essere vincolata dalle stellette e da quel regolamento militare non più compatibile con l’attuale attività operativa di una Forza di Polizia moderna.
Oggi siamo ancora vincolati giuridicamente ad un Tribunale Militare e a regole obsolete che portano il personale ad aver paura di lavorare e spesso gli appartenenti al Corpo perdono quella serenità che la preparazione e la professionalità dovrebbe rendere il professionista della GdiF sicuro nello svolgimento del proprio delicato lavoro.
Perché nelle caserme oggi non c’è serenità? Facciamo un esempio pratico, ad esempio se un appartenente al Corpo viene denunciato solo per aver svolto il proprio lavoro e mettiamo il caso che la Procura Civile archivi e non procede, si assiste spesso, nonostante la totale estraneità ai fatti, ad un procedimento disciplinare interno per aver leso l’immagine del Corpo, con tutta la serie di problemi che ne conseguono. Di questi casi se ne contano a centinaia ed ecco che il finanziere perde quella tranquillità operativa e va a lavorare con ansia e timore di sbagliare che il più delle volte ti porta involontariamente a sbagliare. Questo è uno dei casi assurdi che capita in una forza di polizia a carattere militare, ciò che non accade ad esempio in Polizia dove l’eventuale procedimento si chiude con la chiusura e/o l’archiviazione del fatto, ma loro essendo civili hanno dei veri sindacati e vere tutele.
Questo mio pensiero è scritto in modo semplice, in modo elementare perché rispecchia il pensiero della stragrande maggioranza degli appartenenti alla GdiF ed quello che oggi i finanzieri chiedono, cioè quello di riprendere la lotta come è stato fatto negli anni passati e puntare alla SMILITARIZZAZIONE con l’aiuto delle neo sigle sindacali unite e compatte per un obiettivo ormai imprescindibile per il Corpo della Guardia di Finanza.